Da diverso tempo l’Azienda trasforma il riso di propria produzione, per poi venderlo sul mercato alla grande distribuzione con il marchio della casa “Riso Cenacchi”.
Per l’Azienda anche la scelta del momento della raccolta è fondamentale per una buona resa qualitativa del prodotto. Il risone viene essiccato a basse temperature e immagazzinato in locali aerati.
Dopo la pilatura per semplice attrito e le varie fasi di selezione dei chicchi migliori, il riso dell’Azienda Agricola Cenacchi viene impacchettato e, puro e genuino, è pronto a raggiungere i consumatori.
Il Riso Cenacchi è sinonimo di sicurezza di provenienza e garanzia di qualità di un prodotto che da secoli ha trovato nelle nostre zone il suo habitat ideale. È un prodotto genuino e sano coltivato in un ambiente incontaminato.
La coltivazione del riso nella zona del Po risale infatti al 1400 (anche se la produzione estensiva ed organizzata si sviluppò solo nel XVI secolo) per opera della famiglia degli Estensi, che riuscì a sfruttare i terreni acquitrinosi che altrimenti sarebbero rimasti abbandonati.
I terreni paludosi e malsani furono trasformati in verdeggianti risaie, dalle quali emergevano sempre più numerosi i casoni di canna palustre, le povere abitazioni dei lavoratori delle risaie. Ma attorno ad essi si sviluppò una realtà urbana che rispondeva alle necessità sia della produzione del riso, sia delle esigenze della vita dei lavoratori stessi: aie, granai, essicatoi, case più confortevoli, chiese, scuole, “osterie”, spacci, strade diedero vita ad insediamenti stabili.
Oggi le risaie del Delta del Po coprono circa 9.000 ettari di territorio, dove viene coltivato un riso della varietà “Japonica”, prevalentemente del tipo Superfino, nelle varietà Carnaroli, Volano, Baldo e Arborio, tutti con caratteristiche organolettiche particolari che li contraddistinguono dagli altri risi prodotti in Italia.